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I DIFENSORI

#54

Questa non è una saga Parte 4 di 5

 (o “Questa non è una saga” Parte 4 di 5)

 

 

Richmond Laboratories, New York City

Patsy Walker apre gli occhi, portandosi una mano alla testa e mettendosi a sedere. Una mano femminile, dolcemente ma con decisione, le si appoggia sulla spalla.

-Non così in fretta, Hellcat. Avrai bisogno di un po’ più di tempo per riprenderti.

Solo dopo essersi sentita chiamare con il proprio nome in codice, Patsy si accorge di essere nel suo costume di Hellcat. Si trova su un letto, in quella che sembrerebbe una sala d’ospedale se non fosse per l’attrezzatura enormemente più avanzata della norma.

Riconosce la propria interlocutrice come la Valchiria, eroina asgardiana sua compagna di battaglia nei Difensori.

-Val, che ci fai a Los Angeles ? Che mi è successo ? Mi sento come se mi avessero sbattuta contro un muro…

-Perché è esattamente quello che è successo, Hellcat. Hai seriamente rischiato una commozione cerebrale. E siamo a New York, in una delle basi di Nottolone.

-“Basi” ? Quali “basi” ? Da quando Kyoh.

Solo adesso, Patsy si rende conto che le due donne non sono sole. Sul letto di fianco è stato legato un uomo in costume rosso e nero, che si sta dimenando a più non posso per liberarsi dalle cinghie che lo ricoprono quasi interamente.

-Deadpool ? – si meraviglia Hellcat.

-Hmmpff hhmm ! – cerca di rispondere il mercenario, imbavagliato.

-Credevo fosse ricercato, perché non lo abbiamo portato in prigione ?

-Nottolone crede sia di una qualche importanza cercare di interrogarlo, e dice di non fidarsi…con ragione…delle prigioni per super-umani.

-Come ti pare. Devo essere stata risucchiata dal vortice creato da Torn, immagino. Che fine ha fatto ?

-Non so di chi tu stia parlando, Hellcat – risponde la Valchiria, genuinamente perplessa.

-Torn…armatura cremisi, occhi di fiamma azzurra, una grossa spada rossa, cerca il Dottor Strange ?

-Hmm, che sia presto per escludere quella commozione ?

 

In un’altra parte della sezione esclusa ai visitatori…

Una mano femminile stringe un cavo metallico, tremando leggermente. I denti si stringono.

-Ancora un po’… - chiede Carol Danvers, ed il flusso di energia elettrica aumenta rapidamente. Come riflesso automatico, la donna lascia andare il cavo quando i lunghi capelli biondi le si rizzano in testa.

-Ouch !

-Te l’avevo detto – risponde il Cavaliere Nero, ruotando la manopola per far diminuire l’afflusso di corrente – Il tuo corpo ha esaurito completamente le energie aliene di Miss Marvel durante il processo di replicazione.

-Sì sì come vuoi – si lamenta Carol rimettendo in sesto i capelli – Ma non è la prima volta in cui resto a secco. L’energia elettrica è sempre la più facile da assorbire in grandi quantità…

-Non è così semplice – risponde il Cavaliere Nero allontanandosi dalla strumentazione – La Fabbrica di Carne ha fatto qualcos’altro al tuo DNA, inibendo il meccanismo che ti permette di metabolizzare fonti di energia esterne. So che Henry Pym aveva pensato ad una soluzione del genere per tenere sotto controllo i super-criminali manipolatori di energia, ma non è mai arrivato così avanti. A quanto ricordo, l’agente chimico responsabile veniva riassorbito dal metabolismo entro pochi secondi. Con un po’ di fortuna, anche il tuo corpo reagirà allo stesso modo.

-La Fabbrica, la Covata…perché così tanta gente è interessata al mio DNA ? D’accordo essere belle dentro, ma questo è ridicolo.

-Potresti avere ragione – interviene la voce di Nottolone proveniente da un altoparlante – Raggiungetemi alla sezione 14.

-Chi si crede di essere ? – si lamenta il Cavaliere Nero – L’unico motivo per cui ci serviamo del suo laboratorio è che non posso usare i miei laboratori alla Oracle senza compromettere la mia identità segreta.

-Potresti dire di essere un grande amico di Dave Withman. Funziona sempre, a quanto mi dicono. E poi che ci vuoi fare ? E’ il capo.

-Chi ?

-Nottolone !

-Ma non dire sciocchezze. I Difensori non sono un gruppo, quindi non hanno un capo.

-Ceeerto.

-E poi, casomai, sarei io il capo.

 

Sezione 14, ovvero la camera di quarantena.

Kyle Richmond osserva con attenzione il vetro antiproiettile spesso trenta centimetri, ma non può vedere niente. Da diversi mesi a questa parte, non ha occhi.

Carol ed il Cavaliere Nero lo trovano nel suo costume di Nottolone, davanti a sofisticati sistemi di analisi che non destano la sua attenzione.

-Qualunque cosa sia, non è umana – inizia a parlare Nottolone, indicando il vetro.

Dall’altra parte, un cilindro contenente quello che sembra un essere umano non ancora del tutto formato immerso in un liquido verdastro.

-La mia ipotesi è che sia un batterio. Una colonia senziente di batteri a struttura gerarchica, programmati per imitare la biologia umana. Avevi ragione a paragonarli alla Covata, Carol; non solo sono in grado di usare i corpi umani come incubatrici, ma c’è un qualcosa di alieno nella loro spietata sistematicità… una volta reso stabile, il processo di replicazione permetterebbe a questi batteri di ricoprire l’intero pianeta.

-Ed hai capito tutto questo semplicemente guardandolo ? – chiede Carol, pentendosi subito della domanda – Volevo dire…

-So benissimo cosa volevi dire – risponde con tono duro Nottolone.

Silenzio. Teso.

-C’è qualcosa che non ci hai detto sul tuo senso sonar, vero ? – chiede retoricamente il Cavaliere.

-Posso non essere uno scienziato come te, Dave, ma anch’io ho notato le incongruenze del mio senso mistico. Fin da subito mi ha trasmesso informazioni che non hanno nulla a che fare col suono… a volte, mi trasmette persino i colori. Cosa sappiamo di come ho sviluppato questo potere, Dave ?

-E’ un effetto della pozione che ti ha reso Nottolone…per permetterti di recuperare quello che hai perso…quando ti sono stati strappati gli occhi.

Nottolone annuisce, senza distogliere lo sguardo privo di occhi dal vetro.

-Mi ha permesso di ascoltare ciò che non potevo vedere, sì. Mi ha permesso di ascoltare le voci del mondo…

Nottolone appoggia la mano destra sullo spesso vetro antiproiettile, accarezzandolo.

-Tutto ha una voce, sapete. Anche le cose che non possono parlare. Anche quello che c’è dentro quella fiala…non ha ancora una bocca, ma urla per essere libera.

-E potrebbe essere un pericolo per il mondo, l’hai detto tu – nota Carol, con tono leggermente preoccupato.

-Se fosse, il mondo ha già pronti i suoi difensori.

Con espressione risoluta, Nottolone preme un pulsante. Ed un braccio meccanico apre la capsula, che riversa il proprio contenuto verdastro su un pavimento asettico.

 

Al piano superiore. Ancora seduta sul letto, Hellcat cerca di capire la situazione attuale.

-Vediamo se ho capito bene…è saltato fuori questo alieno sputafuoco, il Cavaliere Nero l’ha sconfitto e si è ritrovato con questo simbolo magico addosso. [1] Poi ha abbandonato una lotta con Deadpool, ed il simbolo è passato a lui. Poi Nottolone ha steso Deadpool, così il simbolo si è spostato un’altra volta. [2] Quindi il simbolo, qualunque cosa sia, è una sorta di premio per aver vinto una battaglia ?

-E’ l’unica logica che siamo riusciti a trovare – concorda la Valchiria.

-Resta da capire cosa c’entri con un’organizzazione che vuole usare un esercito di cloni per mettere fine alla prostituzione, o con un alieno con una spada capace di creare un vortice spazio-temporale in cerca del Dottor Strange.

-Per mia esperienza, potrebbe anche non c’entrare niente – alza le spalle la Valchiria.

-Ed io che volevo prendermi un periodo di…

Hellcat si ferma a metà frase, i nervi a fior di pelle. L’immagine di una esplosione nella sua testa…

-A terra ! – urla, scattando verso la Valchiria e facendola cadere sul pavimento.

C’è una piccola esplosione a meno di un metro e mezzo di distanza. Microscopiche sfere vengono lanciate sul letto dove poco prima si trovava Hellcat, ed esplodono al contatto.

-E’ successo un’altra volta – realizza Hellcat rialzandosi in piedi – Una sorta di flash precognitivo un istante prima di morire…

-Chi è stato ad attaccarci nella nostra…Deadpool !?

Con enorme sorpresa, la Valchiria realizza che l’esplosione proveniva direttamente dal letto su cui è legato Deadpool. E infatti, la sua testa è ricoperta di un denso fumo nero. Senza perdere tempo, l’asgardiana sguaina la spada e con un movimento fluido taglia tutte le cinghie che trattengono il mercenario.

In tutta risposta, si ritrova un calcio in faccia ed uno shuriken lanciato sulla testa. Non abbastanza forte da ferirla, ma quanto basta per sbilanciarla.

-Adessho shapete perché non shi ghioca con i molari eshplosivi – mormora il mercenario, sputando un po’ di denti prima di indossare una maschera di riserva presa dalla cintura.

 

Sezione 14, dietro un vetro antiproiettile e muri di titanio spessi trenta centimetri.

L’embrione si alza dal liquido verdastro, crescendo a vista d’occhio per diventare un’adolescente in pochi secondi. Racchiusa in una aderente tuta organica verde che lascia scoperte solo la testa ed i lunghi capelli corvini, la ragazza si avvicina al vetro.

-Serie M-16 attivata. Meno 30 generazioni al collasso. Istruzioni ?

Nella stanza, il Cavaliere Nero sguaina la spada.

-Non sarà necessario – interviene Nottolone – E’ una camera a tenuta stagna. Non può uscire. Inoltre, l’abbiamo recuperata dalla Fabbrica di Carne prima che la Direttrice le fornisse una programmazione.

-Chi sei ? Da dove vieni ? Chi ti ha creato ? – chiede Carol in rapida successione.

-Codice personale: 3DM16, Replica 1. Provenienza: Terza Divisione. Creatore…io…non lo so ?

La ragazza, ormai già ventenne, si avvicina ancora di più al vetro.

-Dove mi trovo ? Chi siete voi ? Perché non ho…

Cercando di stringere le dita sulla superficie piatta, la ragazza si scioglie rapidamente in una poltiglia verdastra da cui si replicano due esseri identici.

-Meno 29 generazioni al collasso – dicono all’unisono. Poi, una delle due si allontana continuando a tastare le pareti, mentre l’altra resta attaccata al vetro.

-Se sono come i cloni incontrati dalla Valchiria, si raddoppiano ad ogni “generazione” – spiega il Cavaliere Nero – E 30 generazioni significano 2 alla trentesima potenza…ossia più di un miliardo di repliche.

-Ti ho detto di non preoccuparti, quei batteri dovrebbero essere più piccoli di un virus per poter passare.

In risposta, una delle due ragazze si avvicina alla porta ed appoggia una mano sul pavimento. Il braccio si scioglie in una poltiglia verdastra, che si propaga sotto la porta ed esce a poco a poco nell’altra stanza. Davanti alla porta, subito dopo, ci sono tre repliche.

-Meno 28 generazioni al collasso.

-Certo, nulla vieta che siano più piccoli di un virus.

Il Cavaliere Nero taglia la testa ad una delle ragazze. Carol ne prende a pugni un’altra. Nottolone atterra la terza con un calcio rotante.

Naturalmente, questo significa che pochi istanti dopo ci sono sette cloni nella stessa stanza e che mancano…

-Meno 27 generazioni al collasso.

 

Al piano superiore. In una rapida danza acrobatica, Deadpool ed Hellcat evitano l’uno i colpi dell’altra nel ristrettissimo spazio concesso dall’infermeria.

-Sai cos’è che mi manca dei bei vecchi tempi ? I super-eroi che imprigionano i cattivi con tutte le loro armi ! Ci ho messo ore a trovare quello che mi era rimasto in tasca ! Un consiglio: la prossima volta che mi leghi a un letto, gattina, mettiti nuda sotto le cinghie di cuoio con me per assicurarti che non scappi !

-Ma con cosa ti fai pagare, overdose di ormoni ?

Con una modesta pressione, il guanto destro rilascia un artiglio di titanio collegato a un cavo retrattile super resistente. Deadpool schiva l’artiglio con facilità, anche perché non era diretto verso di lui. L’artiglio aggancia una sedia, che Hellcat gli scaraventa contro tirando la fune di metallo.

Deadpool non si sposta, lasciando che la sedia gli si sfasci sulle spalle. Un secondo artiglio lo sfiora e si conficca nel muro.

-Tsk tsk, gattina, se proprio vuoi legarmi di nuovo almeno prima svestiti !

La Valchiria, rimasta finora in disparte per colpa dello spazio ristretto, afferra il cavo di Hellcat e la tira con una mano sola.

Parte del muro si stacca, schiacciando Deadpool sotto una pila di macerie.

-Ouch…va bene che adesso Wolverine non è più in mezzo alle scatole ogni tre secondi, ma non avete nessun altro col fattore rigenerante da menare !?!?!?

-Una sola altra parola e ti taglio la lingua – minaccia la Valchiria, puntando la spada sulla testa del mercenario.

-Mi ricrescerebbe.

-Bene. Mi addolorerebbe potertela tagliare una volta sola, dopotutto.

-Ripensandoci, penso che starò zitto un pochino…

Una poltiglia verdastra esce dal sistema di ventilazione, prendendo come forma quella di una ragazza dai capelli neri. Una seconda poltiglia. Una terza.

E poi una quinta, una decima, una ventesima…

-Meno 21 generazioni al collasso.

 

Sezione 14. I cloni sono ovunque, sciamano fuori dalle porte chiuse ed il loro numero aumenta inesorabilmente. Superano già il migliaio, e più che camminare nuotano e scivolano e si strusciano una contro l’altra.

L’aria è viziata, carica di anidride carbonica e odore di alghe. Nottolone cerca di emergere dal mare di persone che lo sta travolgendo, ma il suo senso radar viene mandato in tilt dai troppi suoni, dai troppi battiti cardiaci e respiri e corpi che si muovono ed imprecazioni di Carol, schiacciata da una folla in continua crescita.

Qualcosa lo costringe a non affondare, però…il suono di una persona ancora chiusa nella camera stagna, ad ascoltare.

-Che cosa ci fai ancora lì !?

-Non so che cosa devo fare – ammette la ragazza con voce sperduta.

-Richiama le altre repliche ! Smettete di combattere…non vogliamo farvi del male !

-Allora perché avete attaccato ? Volevo solo uscire di qui.

-Ma noi non…

Improvvisamente, Nottolone capisce. La prima cosa che i Difensori hanno fatto, quando le prime repliche sono uscite dalla camera stagna, è cercare di ucciderle.

-E’ solo la vostra natura, vero ? Continuate a crescere e moltiplicarvi e non sapete perché. Batteri…

-Meno 19 generazioni al collasso.

-Mi arrendo – risponde Nottolone, lasciandosi trascinare via dalla marea di cloni in continua crescita.

Una nebbia rossa si alza dalla sua mano destra, e si allarga. Sempre di più, fino a coprire la macchia d’olio verdastra che si sta espandendo in ogni direzione.

Ovunque, ma solo attorno ai cloni. Ed inizia a permeare i loro corpi identici… che scompaiono.

Senza un suono, senza un lamento, senza un pensiero. La nebbia si ritrae, portando con sé i corpi che si sono sciolti in liquido verdastro che è evaporato in nebbia rossa. L’infezione recede fino alla camera stagna, isolata e protetta.

La nebbia incide un simbolo geometrico sul petto della ragazza nella aderente tuta organica verde, e poi scompare.

-Meno…meno…nessuna generazione ?

 

Il Cavaliere Nero si rialza in piedi, usando la Lama d’Ebano come un bastone.

-Questa non la metterei tra le mie gesta più eroiche…e pensare che sognavo di farmi calpestare da un esercito di belle…ouch !

-Ne riparliamo stasera – risponde sua moglie Carol, che non continua il duetto per lo stupore nel vedere Nottolone accompagnare la ragazza fuori dalla camera stagna, limitandosi a chiedere: - Ma sei impazzito !?!?

-Avevo ragione, non è stata ancora programmata dalla Fabbrica di Carne. Giusto, Replica 1 ?

-Replica 2047, adesso.

-Restiamo su “Replica”. Cavaliere Nero…sbaglio nel credere che sul corpo di Replica adesso sia stato inciso un simbolo da una nebbia rossa ?

-E’ sul suo costume, ma sì. Perché ha smesso di replicarsi ? Il processo doveva essere…

-Credo…credo sia stato il simbolo. Avevamo ragione, si trasferisce di persona in persona quando viene perso o abbandonato uno scontro. Io ho abbandonato una “battaglia” contro Replica… solo che lei non era né una persona sola né un insieme di persone. Forse il simbolo ha optato per una sorta di compromesso ?

-Va bene, è ufficiale. Non ci sto capendo più niente – si lamenta il Cavaliere.

 

Orbita della Terra. Una fiammata implode dal nulla, rilasciando una sfera di plasma che si dirige rapidamente verso il pianeta azzurro.

Contrariamente a quanto dovrebbe fare, si raffredda durante la discesa nell’atmosfera. Firelord non ha molta voglia di godersi il panorama. Anche se la cosa spezzerebbe i cuori dei più romantici, ci si può davvero stancare di vedere dei pianeti dallo spazio dopo la miliardesima volta (specialmente se il tuo pianeta natale è andato distrutto, ma quella è un’altra faccenda a cui Firelord pensa ancora meno che al paesaggio).

Quando è a meno di tre chilometri da terra, Firelord si ferma. Ha realizzato di non avere la più pallida idea della propria destinazione.

I suoi pensieri (molto pochi e molto semplici, ad essere onesti) si fermano quando i suoi sensi cosmici avvertono un tentativo di comunicazione radio.

-Vendicatori a Firelord, confermare la ricezione prego.

-Chi sta parlando ?

-Sono Capitan America.

-Conosco la voce di Capitan America. Non è questa. Chi osa disturbarmi ?

-Sono il nuovo Capitan America dei Vendicatori. Hai attraversato una griglia energetica che abbiamo messo attorno alla Terra per proteggerci dalle invasioni aliene.

-Chiunque tu sia, sei un pessimo bugiardo. Riconosco la firma energetica di quella griglia, è stata costruita da Quasar…

-Sì, lo so. Infatti non sei stato fermato o attaccato, la griglia ti ha riconosciuto come non ostile. Ma perché sei qui ?

-Adesso è vietato visitare questo mondo ? Siete diventati la dogana terrestre ?

-Ascolta, Firelord, voglio solo sapere se hai bisogno di una mano.

-Sono qui solo in visita di piacere. Non avere paura di me, terrestre. So che le culture primitive venerano i visitatori da altri mondi come delle divinità, ma non hai motivo di sentirti in soggezione ed inventarti delle scuse per parlarmi.

-Non riesco a credere che questa conversazione sia reale…

-Ora sono impegnato, terrestre, ma potrei effettivamente farti visita terminati i miei impegni. Nel frattempo che ne diresti di ordinare per me quel cibo delizioso del vostro pianeta…come lo chiamate…pizza, ecco. L’ultima volta ho avuto dei problemi a farmi fare credito. Contattami quando sarà consumabile.

-Ma perché mi sono messo a fare questo lavoro… continua pure la tua vacanza, Firelord. Capitan America, chiudo.

Firelord si guarda attorno, lasciando che i suoi sensi cosmici rintraccino la firma energetica che sta inseguendo. Quando l’ha individuata si dirige verso la sua fonte mormorando:

-Terrestri…i soliti scocciatori…

 

Richmond Laboratories, Sezione 14.

Wade Wilson alias Deadpool può essere accusato di molte cose (praticamente tutte illegali), ma non lo si può certo definire un pessimista.

Se davvero lo fosse, sarebbe morto dopo aver scoperto di avere un cancro incurabile invece di sfidare la sorte e ritrovarsi con un fattore rigenerante, un volto sfigurato e tutta una serie personale di guai.

Certo trovarsi legato da catene d’acciaio, all’interno di una camera blindata a tenuta stagna con vetro antiproiettile spesso trenta centimetri (e senza teletrasporto), guardato a vista da un’intera squadra di super-eroi…nemmeno Wade Wilson può definirsi in una bella situazione.

-Perché adesso è rinchiuso al mio posto ? Anche lui può scindersi ? – chiede Replica.

-No ma, ora che non ti puoi più replicare, sei molto più facile di lui da tenere sotto controllo – risponde il Cavaliere Nero.

-Oh. E perché è legato ?

-Potrebbe riuscire a scappare. Tu ci sei riuscita, quindi non è una prigione inespugnabile.

-Oh. Allora perché hai detto che non si può scindere ? Io sono scappata scindendomi.

-E’ una cosa diversa – taglia corto il Cavaliere Nero, con una vena gonfia sulla fronte.

-Oh. Perché ?

-Continuo a pensare che dovremmo richiuderli insieme – interviene la Valchiria.

-Vedo che iniziamo a capirci, chiappe d’acciaio ! Che ne dici di venire anche tu a farmi compagnia qui dentro ?

-Ripensandoci…

-Tornando alle questione serie… – li interrompe Nottolone con voce grave.

-Già non mi hai ancora detto cosa accidenti è un Nottolone – risponde il mercenario.

-Ma non prendi mai niente sul serio !?

-Certo: fare il buffone. Non tutti ne sono capaci, Notty, anche se pure tu ti stai dando parecchio da fare.

-Sarà impossibile avere delle informazioni sensate da lui – giudica Hellcat – E’ solo un mercenario, non ci vuole un detective per scoprire che cosa ci ricava.

-Troppo semplice. Dev’esserci…un attimo. Lo sentite anche voi ? – chiede Nottolone.

Nessuno risponde. In parte perché nessun altro ha sentito niente di particolare, in parte perché un’onda di energia cremisi ha appena tagliato in due il pavimento.

Senza nessuna struttura su cui appoggiarsi, la stanza inizia a cedere e a sprofondare. I Difensori si aggrappano alla strumentazione della Sezione 14 per non cadere di sotto.

Anche la camera blindata è stata tagliata come l’aria, e Deadpool arranca verso l’uscita cercando invano di liberarsi delle catene.

Un uomo in armatura cremisi si arrampica sulle macerie, brandendo una brillante spada cremisi che punta in direzione di Replica dicendo:

-Vrrkl kk rmzkwy.

-E poi dicono che io parlo in modo strano… - commenta Deadpool.

 

CONTINUA

 

 

 

 

 

[1] Nel numero 51

 

[2] Nello scorso numero